
Caro energia: l’emergenza che ha indebitato famiglie e imprese. Ma chi ci ha guadagnato?
Mentre milioni di italiani faticavano a pagare le bollette, i colossi dell’energia festeggiavano profitti
record. Silenzio dalle istituzioni. Ora è il momento di denunciare e reagire.
di Sandro Martorano
Presidente Istituto Nazionale Economico
Un’emergenza diventata sistema
Negli ultimi anni, il caro energia ha devastato l’economia reale italiana. Non si è trattato di un
semplice effetto temporaneo legato alla guerra o al prezzo del gas. È stata, ed è tuttora, una vera e
propria emergenza strutturale, gestita male, scaricata interamente su cittadini e imprese, e in alcuni
casi trasformata in un meccanismo di profitto per pochi.
Mentre si parlava di crisi, di solidarietà e di sacrifici comuni, le bollette aumentavano del 200%, le
famiglie tagliavano le spese primarie e le imprese venivano stritolate da costi fuori controllo.
Le conseguenze dirette: un’indebita condanna per famiglie e imprese
Il caro energia ha agito come una tassa occulta. Le famiglie sono state costrette a rateizzare bollette
che non avrebbero mai dovuto raggiungere certe cifre. Migliaia di piccole e medie imprese, in
particolare del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura, sono state spinte verso l’indebitamento
o la chiusura.
Chi ha potuto, ha tagliato personale. Chi non ha potuto, ha alzato bandiera bianca. Tutto questo
mentre i fornitori energetici registravano utili miliardari. I numeri sono impietosi, ma la politica ha
finto di non vedere. La speculazione, intanto, è passata inosservata, travestita da “libero mercato”.
La questione etica: chi ci ha guadagnato?
Dietro l’apparente inevitabilità del caro energia si nasconde una verità scomoda: qualcuno ha
guadagnato cifre spaventose mentre il Paese affondava. I grandi gruppi energetici hanno
moltiplicato i loro utili nel silenzio generale. Le autorità di controllo? Inattive. I governi? Impegnati a
“calmierare” con bonus e sussidi che sembrano più anestetici che soluzioni.
Nessuno ha spiegato come mai il prezzo dell’energia sia salito così tanto e in modo così repentino.
Nessuno ha indagato sulle distorsioni di mercato e sulle tariffe imposte con voci incomprensibili e
arbitrarie. Chi produce e consuma viene vessato. Chi intermedia e specula, invece, è premiato.
Le proposte: uscire dalla trappola energetica
Non basta lamentarsi. Serve una reazione collettiva, culturale e politica. Serve una nuova agenda
energetica basata su trasparenza, giustizia e indipendenza.- Audit pubblico sui profitti delle società energetiche e recupero degli extraprofitti ottenuti
indebitamente.- Riforma radicale della bolletta, con eliminazione di accise storiche e oneri impropri.- Sostegno strutturale alle imprese, con misure reali e non solo una tantum.- Tutela dei consumatori, con azioni legali collettive contro gli abusi e sportelli informativi territoriali.- Sovranità energetica, basata su rinnovabili, comunità energetiche e produzione interna.
Conclusione: non è una crisi, è una scelta
Quello che abbiamo vissuto non è stato un incidente. È stata una scelta economica e politica:
decidere chi doveva pagare e chi doveva guadagnare. E come sempre, il conto lo ha pagato chi
lavora, chi produce, chi vive del proprio impegno quotidiano.
Ma ora basta. È tempo di rompere il silenzio, di fare nomi, di chiedere conto e di pretendere un
sistema energetico giusto. Perché quello che sta accadendo non è solo una questione economica: è
una questione di dignità nazionale.